Senza macchia.

Premetto che la lavatrice è l’invenzione di tutti i secoli, neanche la ruota è stata così geniale. Sono riuscita però a crearmi una fobia, quella delle macchie perenni. Piuttosto di lavare una maglietta a mano la brucio ed è proprio questo lo stato d’animo con cui affronto gli aloni. Ogni volta che cade una goccia d’olio sui jeans reagisco come quando Gollum scopre di aver perduto l’anello. La frase è sempre la stessa: “ok, adesso devo buttarli”.

Sono completamente ignorante in fatto di smacchiatori, penso di averli provati tutti e mi hanno delusa profondamente. Mamme e nonne sono state interpellate, loro sanno farlo e perchè io no? La mamma toglie macchie di sangue dalla t-shirt bianca, io no. La suocera toglie macchie d’erba e altre cose organiche dai leggings rosa, io no. Comincio a sentirmi sconfitta dalla macchia ostinata ed ho il terrore del sapone secco, del borotalco e dell’acqua gassata, neanche la chimica  e il kerosene mi rassicurano.

Vorrei essere una di quelle massaie vecchio stile, un po’ anni 50, grembiulino e gin tonic, girocollo di perle e valium, quelle perfette madri/mogli con il sorriso stampato sulle labbra e la morte nel cuore. Loro sapevano come smacchiare i vestiti e lo facevano da dio, non c’era gelato al cioccolato che resisteva, nessun bicchiere di vino sulla tovaglia immacolata che comprometteva lo status quo casalingo.

Tutto quello che riesco ad essere invece, è una desperate houswife conpulsiva con tendenze piromani, con tanta macchia e molta paura.

In questa macchia del test di Rorscharch io vedo dei pennarelli per nulla lavabili.

In questa macchia del test di Rorscharch io vedo dei pennarelli per nulla lavabili.

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6 risposte a “Senza macchia.

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